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Gymnocalycium Observatory

Situato nel cuore di un deserto di dune mobili, il Gymnocalycium Observatory si configura come un landmark architettonico tanto enigmatico quanto radicale. La sua presenza geometrica, esatta e quasi aliena, si staglia netta sull’orizzonte sabbioso, imponendosi come punto di orientamento, contemplazione e conoscenza. Il nome, evocativo del cactus globulare dai fiori sorprendenti, richiama la resistenza e la bellezza austera della vita nel deserto.

La composizione volumetrica dell’edificio si articola in una sovrapposizione di tre livelli tronco-piramidali rovesciati, ciascuno connotato da un colore e da una funzione specifica. Alla base, il plinto arancione ancorato alla sabbia funge da sostegno strutturale e punto di ingresso; al centro, un corpo nero vivo introduce una tensione cromatica e simbolica; in sommità, il più modesto volume arancione si apre in un belvedere, offrendo una vista totale sul paesaggio circostante.

Funzionamento architettonico e distribuzione interna

  1. Piano terra – Ingresso e soglia (volume arancione)
    Il livello di base, parzialmente interrato nel terreno per migliorarne la stabilità e ridurre la trasmissione termica, ospita uno spazio di accoglienza a doppia altezza. L’atmosfera è rarefatta e immersiva: materiali scuri e superfici opache, tagli di luce radente, un banco d’accoglienza monolitico e aree lounge introverse definiscono un ambiente di transizione tra l’esterno abbagliante e il silenzio contemplativo dell’interno.
    Una grande scala laterale conduce verso il piano superiore, accompagnata da pareti espositive incassate e retroilluminate, in cui si trovano oggetti, mappe, minerali e fotografie del territorio. In quest’area si concentrano anche i servizi principali (toilette, guardaroba, caffetteria minimale, deposito attrezzature per escursioni e osservazioni notturne). La struttura portante di questo piano è presumibilmente in cemento armato pigmentato, con pareti portanti inclinate che fungono da base per la parte aggettante del livello rosso.

  2. Primo piano – Sala mostre e osservatorio principale (volume nero vetrato)
    un involucro completamente vetrato, realizzato in vetro oscurato a controllo solare. Questa scelta consente di filtrare la luce intensa del deserto, garantendo una penombra controllata all’interno e una percezione esterna monolitica e riflettente. All’interno, lo spazio è concepito come un ambiente unico, fluido e contemplativo. Una scala elicoidale scultorea si avvolge al centro dell’ambiente, realizzata in metallo verniciato scuro, conducendo alla terrazza superiore. Gli arredi sono minimi, quasi assenti: panche in pietra levigata, superfici scure, luce filtrata in tagli precisi. Questo piano rappresenta il vero cuore percettivo dell’osservatorio: un luogo in cui osservare il deserto dall’ombra, o semplicemente restare in ascolto del silenzio

  3. Secondo piano – Belvedere e piattaforma panoramica (volume arancione)
    La terrazza superiore, color arancio, è una piattaforma di osservazione a cielo aperto. Qui il cielo e il deserto si incontrano senza mediazioni. Ringhiere in vetro trasparente, una pavimentazione continua in pietra trattata e sedute monolitiche completano l’ambiente. Al centro, l’apertura della scala elicoidale definisce un asse visuale verticale che collega idealmente i tre livelli. Questo piano, concepito come spazio contemplativo e simbolico, è il punto culminante dell’intero percorso esperienziale. Il volume arancione, visivamente in contrasto con il nero sottostante, non ospita ambienti pubblici: si tratta di un corpo tecnico-strutturale. Al suo interno trovano spazio i vani ascensore, le scale di servizio e gli impianti di climatizzazione, raccolti in un nucleo compatto e schermato. Il colore e l’aggetto simboleggiano la tensione tra natura e artificio, ma anche la necessità di mediazione tra base e cima. Dal punto di vista strutturale, è plausibile che questo nucleo costituisca la colonna vertebrale dell’edificio, contenendo un sistema di scale interne e da un ascensore tecnico che collega tutti i livelli, irrigidendo l’intero complesso con una combinazione di cemento armato e acciaio.

 

Ipotesi strutturali

Dal punto di vista strutturale, il Gymnocalycium Observatory si configura come una torre su base svasata, con un pronunciato sbalzo che sostiene un corpo vetrato e un volume tecnico emergente. Tale composizione richiede un sistema statico altamente performante, capace di garantire equilibrio e rigidezza anche in presenza di masse fortemente aggettanti e di venti desertici laterali.

La base arancione inclinata funziona come struttura portante primaria, con funzione sia di fondazione che di sostegno verticale e trasmissione dei carichi verso il suolo. È verosimilmente realizzata in cemento armato a getto continuo, con pareti inclinate che aumentano la stabilità complessiva sfruttando la forma piramidale rovesciata. Le superfici lisce e compatte lasciano intendere l’uso di casseforme su misura e di trattamenti superficiali specifici per la resistenza agli agenti atmosferici e alla sabbia.

Il volume intermedio nero, completamente aggettante rispetto alla base, è sostenuto tramite una soletta a sbalzo irrigidita da travi reticolari metalliche integrate nello spessore del solaio, ancorate a un nucleo centrale in calcestruzzo armato. Questo volume funge da spazio chiuso e protetto, e la sua facciata continua in vetro oscurato richiede un telaio strutturale in acciaio zincato o materiali compositi, con giunzioni ad alta precisione per garantire leggerezza, isolamento termico e resistenza meccanica.

Il nucleo verticale arancione che emerge dalla terrazza non ha funzione simbolica o puramente compositiva, ma costituisce il vano tecnico-strutturale dell’edificio. Al suo interno trovano posto gli ascensori, le scale di emergenza, i cavedi impiantistici e i sistemi di ventilazione. Questo nucleo assolve anche alla funzione di controventatura longitudinale e trasversale, agendo da colonna rigida centrale su cui si articolano le forze ascendenti e discendenti dell’intera torre.

Le fondazioni, considerata l’altezza complessiva e l’instabilità del terreno sabbioso, saranno verosimilmente composte da pali trivellati profondi, con plinti integrati in un sistema a platea armata, per distribuire i carichi e garantire stabilità anche in caso di erosione o eventi sismici minori.

In sintesi, la struttura si basa su una combinazione di cemento armato (per i volumi portanti e il nucleo tecnico) e acciaio strutturale (per lo sbalzo, la scala elicoidale e l’involucro vetrato). La forma stessa dell’edificio partecipa alla sua statica: ogni scelta geometrica appare funzionale a sostenere o controbilanciare le tensioni che attraversano questo monolite desertico.

 

Conclusione
Il Gymnocalycium Observatory non è solo un edificio: è un dispositivo percettivo e simbolico. Ogni livello rappresenta una soglia, una funzione e una relazione diversa con il paesaggio. La composizione cromatica e volumetrica, unita a un’attenta orchestrazione spaziale interna, restituisce un’esperienza che oscilla tra presenza monumentale e fragilità ambientale. Un’architettura capace di resistere al tempo e al vento, ma soprattutto capace di offrire silenzio, misura e bellezza.

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