Matcha Public Library
La Matcha Public Library si erge come un segno puro e potente nel cuore della città: un cilindro bianco sospeso sopra lo spazio urbano, leggero e visionario come un’astronave atterrata nel paesaggio metropolitano. L’edificio sembra fluttuare, sorretto da un sistema di pilotis inclinati che liberano completamente il piano terra, trasformandolo in un vuoto pubblico poroso e attraversabile. La biblioteca non si impone: si solleva, lasciando che la vita scorra sotto di lei.
Funzionamento architettonico e distribuzione interna
Il volume principale è un grande cilindro opaco, interamente bianco, che ospita al suo interno gli spazi bibliotecari. L’accesso avviene attraverso una rampa e una piattaforma sopraelevata, mentre il nucleo verticale centrale accoglie ascensori e scale di servizio. Ma il cuore dell’esperienza architettonica si sviluppa lungo una scala elicoidale interna, che si avvolge attorno al vuoto centrale e collega una serie di pianerottoli circolari. Su ciascuna piattaforma si trovano scaffali, spazi di lettura e aree di consultazione: la biblioteca si sviluppa così in verticale, come una spirale ascensionale di conoscenza e luce.
La struttura dei pianerottoli è composta da mensole radiali che si innestano sul nucleo centrale e sull’involucro esterno, garantendo leggerezza e continuità visiva. La luce naturale filtra dall’alto, attraverso un grande lucernario zenitale, e si diffonde lungo le pareti curve e le superfici chiare, generando un’atmosfera rarefatta e contemplativa.
Lungo il perimetro, oblò circolari incisi nell’involucro generano visioni parziali e inaspettate sull’esterno, filtrando la relazione tra spazio interno e paesaggio urbano. All’interno non ci sono corridoi o separazioni nette: l’architettura è continua, fluida, pensata come un unico grande spazio di apprendimento.
Al culmine della scala si apre la terrazza panoramica, uno spazio aperto per la contemplazione e il ristoro. Al centro di essa, un piccolo blocco tecnico racchiude gli impianti, i vani di servizio e ulteriori locali di supporto alle attività della biblioteca. La terrazza si configura come il termine naturale del percorso ascensionale, offrendo una nuova percezione della città dall’alto, un momento di sosta e di apertura.
Lo spazio sottostante, lasciato libero dai pilotis, si trasforma in un’area pubblica urbana, accessibile e permeabile, capace di ospitare eventi, mercatini, incontri informali. La struttura elevata consente una separazione fisica ma non visiva tra il piano della lettura e quello della città, restituendo alla biblioteca una dimensione architettonica aperta e inclusiva.
L’intero edificio è dotato di percorsi accessibili, sistemi di ventilazione naturale verticale e un rivestimento performante che ottimizza il bilancio energetico. La Matcha Public Library è dunque al tempo stesso landmark, dispositivo urbano e rifugio per la conoscenza.
Ipotesi strutturali
Dal punto di vista statico, il progetto si fonda su un sistema di pilotis inclinati in cemento armato ad alta prestazione, che convergono verso un nucleo centrale portante. Questo nucleo, di sezione circolare, ospita gli ascensori, le scale di servizio e le principali dorsali impiantistiche. La scelta di inclinare i pilastri non è solo espressiva: essa consente una distribuzione più efficace dei carichi verticali, accompagnando la geometria del volume sospeso.
Il cappotto cilindrico perimetrale, realizzato in calcestruzzo fibrorinforzato con finitura bianca continua, non ha funzione strutturale primaria ma collabora alla rigidezza complessiva del sistema. Gli impalcati orizzontali — ovvero le piattaforme librarie circolari — sono sostenuti radialmente da mensole e cerchiature metalliche che si connettono sia al nucleo centrale che all’involucro, scaricando il peso con un sistema a doppia corona solidale.
La terrazza superiore poggia su una soletta piena nervata, rinforzata lungo il bordo, capace di ospitare carichi variabili e aggregazioni di pubblico. Il pacchetto di copertura include strati di isolamento e impianti fotovoltaici integrati nel blocco centrale, garantendo autonomia energetica parziale.


