Il teorema estetico
"Il teorema estetico" è il racconto ossessivo e chirurgico di una battaglia quotidiana contro il tempo. Rodolfo ha fatto della cura di sé un vero culto, una religione laica che si celebra ogni giorno davanti allo specchio, tra detergenti, sieri, creme e regole precise di applicazione. La pelle, per lui, non è solo superficie: è frontiera, campo di guerra, manifesto identitario. Ma più si prende cura di sé, più qualcosa dentro si incrina. L’invecchiamento, che sembrava solo un nemico da ritardare, si rivela essere ovunque: nella materia, nei gesti, nei pensieri. Con uno stile inizialmente neutro, quasi dermatologico, il racconto si trasforma pagina dopo pagina in un delirio ordinato, dove la logica del benessere estetico scivola nell’ossessione filosofica. Rodolfo arriva a formulare una teoria personale, radicale e inquietante: non serve rallentare il proprio decadimento se si può accelerare quello del mondo intorno. È in questo rovesciamento di prospettiva — insieme grottesco e perfettamente coerente — che il testo rivela la sua natura più profonda: non solo una critica al culto dell’apparenza, ma una riflessione feroce sull’identità, sull’angoscia dell’imperfezione e sull’estetica come dispositivo di controllo. In un crescendo dickiano e ballardiano, Il teorema estetico esplora il punto in cui il corpo diventa idea, e l’idea si fa combustione. Una parabola visionaria e disturbante sull’illusione del dominio, sull’isolamento moderno e sulla bellezza come ideologia — fino al punto in cui il fuoco, purificatore e distruttore, non distingue più tra ciò che consuma e ciò che voleva conservare.
Musiche tratte da "Fairy Tales for Grown up Children" colonna sonora ufficiale del libro "Tutte le favole per bambini cresciuti".
"Ash theory" è un brano alt-pop teatrale che segue la voce di un corpo in lotta contro il tempo — e l’eleganza silenziosa di ciò che resta quando ogni apparenza si sgretola.
Ash theory
Skin like silence.
Mirror, don’t move.
I traced the years in circles,
lotions, layers—
a temple of control.
They said: time.
I said: formula.
But it bled beneath my eyes,
the first betrayal.
Burn the paper.
Burn the leaf.
Burn the world before it touches me.
Cinders make the smoothest surface.
The room smells like youth dying.
The air curls.
I glow.
I cough.
I fall.
Still beautiful.
You age,
I stay.
You turn to ash,
I stay.
I stay.
(But I’m ash too.)
Burn the paper.
Burn the leaf.
Burn the world before it touches me.
Cinders make the smoothest surface.
The room smells like youth dying.
The air curls.
I glow.
I cough.
I fall.
Still beautiful.
You age,
I stay.
You turn to ash,
I stay.
I stay.
Teoria della cenere
Pelle come silenzio.
Specchio, non muoverti.
Ho tracciato gli anni in cerchi,
lozioni, strati —
un tempio di controllo.
Loro dicevano: tempo.
Io rispondevo: formula.
Ma sanguinava sotto gli occhi,
il primo tradimento.
Brucia la carta.
Brucia la foglia.
Brucia il mondo, prima che mi tocchi.
Le ceneri fanno la superficie più liscia.
La stanza odora di giovinezza che muore.
L’aria si arriccia.
Io brillo.
Tossisco.
Cado.
Ancora bella.
Tu invecchi,
io resto.
Tu diventi cenere,
io resto.
Io resto.
(ma anch’io sono cenere)
Brucia la carta.
Brucia la foglia.
Brucia il mondo, prima che mi tocchi.
Le ceneri fanno la superficie più liscia.
La stanza odora di giovinezza che muore.
L’aria si arriccia.
Io brillo.
Tossisco.
Cado.
Ancora bella.
Tu invecchi,
io resto.
Tu diventi cenere,
io resto.
Io resto.







