La teoria delle due variabili
"La teoria delle due variabili" è un racconto notturno e riflessivo che intreccia memoria, desiderio e consapevolezza attraverso la voce lucida e disarmata della sua protagonista. Con uno stile intimo e realistico, il testo restituisce il ritmo lento del pensiero che si fa corpo e confessione, sospeso tra l’erba umida di un giardino e le ombre dense del cuore. Il racconto alterna momenti di leggerezza a passaggi profondamente emotivi, esplorando la complessità dei legami non convenzionali e le geometrie sentimentali che sfidano le regole della narrazione tradizionale. Il tono è diretto ma mai giudicante, capace di restituire la verità dei sentimenti senza filtri, con una grazia disillusa. Una meditazione sulla libertà di amare, sulla fragilità delle scelte e su quell'equilibrio precario — tra occasione e tempismo — che può determinare il senso di un’intera esistenza.
Musiche tratte da "Fairy Tales for Grown up Children" colonna sonora ufficiale del libro "Tutte le favole per bambini cresciuti".
Anima giusta, anno sbagliato. "Two variables" è una ballata alt-pop malinconica sull’amore fuori tempo, i rimpianti eleganti e la crudele precisione dell’aritmetica emotiva.
Two variables
Barefoot, with gin and cigarette,
My garden’s a theatre, the moon is set.
I see young lovers kiss and run—
I used to be someone like that.
No calls to make, no plans to break,
Just me and the air that memory takes.
Two variables, that’s what it is—
Right love, wrong life, like a beautiful miss.
One moment too late, one truth too soon,
And I keep dancing to an invisible tune.
I’ve been the secret, I’ve been the thrill,
The spark you hide, the void you fill.
Flowers in fields, wine on a swing,
She called me “love”—but wore a ring.
We played the part, we lit the flame,
But never dared to say her name.
Two variables, the cruelest math—
A perfect love with no clear path.
Right soul, wrong year—how tragic, how true,
And I keep dreaming in shades of you.
Gin on my lips.
Silk on my skin.
Tears I don’t cry—
I keep them in.
Two variables, and nothing more—
Right heart, wrong door.
Right time, wrong face.
And I’m stuck in the space.
Two variables, always the same,
A love too deep to name.
Due variabili
Scalza, con un gin in mano e una sigaretta spenta,
il mio giardino è un teatro e la luna ha già preso posto.
Vedo amanti che si baciano in fretta e poi svaniscono—
una volta ero anch’io parte di quella scena.
Nessuna chiamata da fare, nessun impegno da disdire,
solo io e l’aria che sa di ricordi.
Due variabili, tutto si riduce a questo:
l’amore giusto, la vita sbagliata — un errore meraviglioso.
Un istante in ritardo, una verità detta troppo presto,
e continuo a danzare al ritmo di una musica che non si sente.
Sono stata il segreto, l’emozione,
la scintilla nascosta, il vuoto riempito.
Nei campi pieni di fiori, sull’altalena con un bicchiere in mano,
mi chiamava “amore” — ma portava un anello.
Abbiamo recitato, acceso la fiamma,
ma non abbiamo mai avuto il coraggio di nominarla.
Due variabili, la più spietata delle equazioni:
un amore perfetto senza direzione.
Anima giusta, anno sbagliato — crudele ma reale,
e continuo a sognare, nei toni sbiaditi di lei.
Gin sulle labbra.
Seta sulla pelle.
Lacrime che non scendono —
le tengo dentro.
Due variabili, e nient’altro:
cuore giusto, porta sbagliata.
Momento giusto, volto sbagliato.
E resto bloccata in quel varco.
Due variabili, sempre le stesse,
un amore troppo profondo per avere un nome.







