Ospiti inattesi
"Ospiti inattesi" è un racconto di fantascienza distopica che intreccia introspezione, paura collettiva e critica sottile alla visione antropocentrica del mondo. Attraverso la voce di un narratore che parte dall’ingenuità adolescenziale e giunge a una consapevolezza cruda e tragica, il testo traccia un arco che va dall’attesa fiduciosa del contatto con forme di vita extraterrestri all’impatto devastante di un’invasione silenziosa e inarrestabile. Il racconto si distingue per un tono dickiano nei passaggi iniziali – tra dubbio filosofico e suggestione cosmica – per poi virare verso una narrazione progressivamente più cupa, post-apocalittica, in cui la speranza cede il passo alla brutalità della sopravvivenza. La descrizione dei fenomeni – l’arrivo delle navi aliene, la reazione della popolazione, l’assordante mutismo degli invasori – è scandita da immagini visive forti, spesso cinematografiche, e da una tensione crescente che si scioglie solo nelle ultime righe, rivelando un inatteso ribaltamento percettivo. Tra i temi principali troviamo il disincanto dell’umanità di fronte all’ignoto, il rapporto tra potere e fragilità, la violenza sistemica mascherata da tecnologia, ma anche una riflessione amara sulla fine di ogni forma di centralità terrestre. La narrazione si muove con maestria tra fantascienza classica e body horror, evocando suggestioni alla War of the Worlds e atmosfere alla District 9, ma con un taglio personale, intimo, che privilegia lo sguardo soggettivo su ciò che resta dopo il crollo. Lo stile è asciutto ma evocativo, ricco di dettagli sensoriali e con un uso sapiente del tempo narrativo per creare un crescendo emotivo. Il lettore è immerso in una realtà trasformata, in cui le categorie tradizionali di alieno e umano si confondono fino a svelare, con una sottile ironia tragica, la relatività del punto di vista.
Un racconto potente, disturbante, che lascia il lettore con una domanda sospesa e una nuova vertigine sul significato di “ospite”.
Musiche tratte da "Fairy Tales for Grown up Children" colonna sonora ufficiale del libro "Tutte le favole per bambini cresciuti".
Navi bianche che cadono. Città in fiamme. Not Alone è un inno dark-pop cinematografico che parla di invasione, estinzione e della sconvolgente consapevolezza che non siamo mai stati soli. Una canzone per la fine di tutte le cose — e per le domande che avremmo dovuto porci prima che arrivasse.
Not alone
“Are we alone in the universe?
Are we alone?”
White ships,
cracking the sky,
silent towers,
over cities that cry.
Frozen streets,
empty eyes,
waiting for answers,
under foreign skies.
No words.
No signs.
Only silence,
eating time.
White ships falling from the sky,
Ashes where dreams used to fly,
Tell me why, why, why —
Future burns tonight!
Future burns tonight!
Fires rain,
cities drown,
metal monsters
march us down.
Running blind,
hearts erased,
memories fading,
dreams replaced.
No truth.
No light.
Only questions,
in the night.
White ships falling from the sky,
Ashes where dreams used to fly,
Tell me why, why, why —
Future burns tonight!
Future burns tonight!
What did we do?
Why are we hunted?
What did we lose?
Why are we broken?
White ships falling from the sky,
Ashes where dreams used to fly,
Tell me why tonight!
Future burns tonight!
“If someone still wonders…
No. We are not alone.”
Non siamo soli
“Siamo soli nell’universo?
Siamo soli?”
Navi bianche,
che squarciano il cielo,
torri silenziose
sopra città che piangono.
Strade ghiacciate,
occhi vuoti,
in attesa di risposte
sotto cieli stranieri.
Nessuna parola.
Nessun segno.
Solo silenzio
che divora il tempo.
Navi bianche che cadono dal cielo,
cenere dove un tempo volavano i sogni.
Dimmi perché, perché, perché —
il futuro brucia stanotte!
Il futuro brucia stanotte!
Piogge di fuoco,
città sommerse,
mostri di metallo
ci trascinano giù.
Fuggiamo ciechi,
cuori cancellati,
ricordi sbiaditi,
sogni sostituiti.
Nessuna verità.
Nessuna luce.
Solo domande
nella notte.
Navi bianche che cadono dal cielo,
cenere dove un tempo volavano i sogni.
Dimmi perché, perché, perché —
il futuro brucia stanotte!
Il futuro brucia stanotte!
Cosa abbiamo fatto?
Perché ci cacciano?
Cosa abbiamo perso?
Perché siamo spezzati?
Navi bianche che cadono dal cielo,
cenere dove un tempo volavano i sogni.
Dimmi perché proprio stanotte!
Il futuro brucia stanotte!
“Se qualcuno se lo chiede ancora…
No. Non siamo soli.”







