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Poi arrivò Sofia

"Poi arrivò Sofia" è un racconto denso e magnetico che esplora le tensioni familiari, il desiderio e l'identità attraverso la lente di una quotidianità solo apparentemente ordinaria. Lo stile è sobrio ma intensamente sensoriale, costruito su dettagli minimi — un tè lasciato accanto ai libri, una mano sulla spalla — che caricano di significato ogni gesto. Il tono si muove tra il realistico e l'intimamente perturbante, evocando atmosfere à la Elena Ferrante, ma con una tensione relazionale e psicologica che richiama, a tratti, le dinamiche di Xavier Dolan o la claustrofobia sentimentale di Ingmar Bergman. Al centro della narrazione c'è una casa: uno spazio domestico curato con devozione materna, ma segnato da un silenzio cronico tra due fratelli adulti, incapaci di convivere se non attraverso una tensione muta, costante. Quando Sofia, studentessa fuori sede dal sorriso enigmatico, entra nelle loro vite, l’equilibrio familiare si incrina. La sua presenza agisce come un catalizzatore silenzioso: non forza, ma attira; non divide, ma confonde. Inizia così un lento e ambiguo riassestamento emotivo, dove l’attrazione non ha una sola direzione e le identità sembrano sciogliersi in uno spazio relazionale fluido. "Poi arrivò Sofia" è una riflessione sull’identità, sul corpo, e sulla possibilità di ridefinire i legami anche laddove sembrano irrimediabilmente compromessi. Un racconto che avanza per sfioramenti, lasciando il lettore in un luogo in bilico tra turbamento, dolcezza e liberazione.

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Musiche tratte da "Fairy Tales for Grown up Children" colonna sonora ufficiale del libro "Tutte le favole per bambini cresciuti".

 

Nessuna parola. Nessun giudizio. Solo respiro. "No Need to Speak" è un audace brano alt-pop teatrale che parla di intimità, silenzio e della tensione tra ciò che si prova e ciò che non viene mai detto. Tre persone. Un letto. Nessuna scusa.

No need to speak

They fight in silence, sharp like glass

trading looks that never pass

She walks in like she’s always been

velvet voice, porcelain skin

 

No need to knock, no need to plan

she sits between them, hand in hand

No need to speak — They hear her loud

No need

In tangled sheets, they shed their shrouds

No need to speak — Her breath, her sin 

She pulled

She pulled them out, she pulled them in

No need to speak — no, no, no, no

The things they said, they'll never know

They’ll never know!

He comes at night with rigid grace

he kisses her lips, still warm with taste

the other finds them, doesn’t shout

he pulls a chair and sorts it out

A gasp, a nod, a letting go

they fall where none of their hearts say no

No need to speak — They feel it burn

Feel it burn

In every touch, they twist and turn

No need to speak — It's not a crime

Not a crime

They cracked the shell, they stopped the time 

No need to speak — no, no, no, no

They've said too much to let it show

Too much to show

Two brothers, one breath

one girl, one bed

three hearts, one thread

they pulled, they stretched, they lost, they bled

No need to speak — They felt the beat

Feel it!

The space between them on repeat

No need to speak — They crossed the line

Crossed it

But darling, didn't it feel divine?

No need to speak — no, no, no, no

What they became, they'll never know 

No need to speak...

Non serve parlare

 

Si feriscono in silenzio, taglienti come vetro,
si lanciano sguardi che non arrivano mai.
Lei entra come se fosse sempre stata lì,
voce di velluto, pelle di porcellana.

Nessun bisogno di bussare, nessun piano da fare,
si siede tra loro, mano nella mano.

Non serve parlare — la sentono forte e chiaro
Non serve
Tra lenzuola aggrovigliate, si spogliano delle maschere.
Non serve parlare — il suo respiro, il suo peccato
Li ha attratti,
Li ha tirati fuori, li ha tirati dentro.
Non serve parlare — no, no, no, no
Le cose che si sono detti, non le sapranno mai.
Non le sapranno mai!

Lui arriva di notte con grazia rigida,
le bacia le labbra, ancora calde del sapore.
L’altro li trova, ma non grida,
prende una sedia e rimette ordine.

Un sussulto, un cenno, un lasciarsi andare —
cadono dove nessuno dei loro cuori dice no.

Non serve parlare — sentono il fuoco
Sentono il fuoco
In ogni tocco, si piegano e si torcono.
Non serve parlare — non è un crimine
Non è un crimine
Hanno rotto il guscio, hanno fermato il tempo.
Non serve parlare — no, no, no, no
Hanno detto troppo per lasciarlo mostrarlo.
Troppo per mostrarlo

Due fratelli, un respiro,
una ragazza, un letto,
tre cuori, un filo —
l’hanno tirato, l’hanno allungato, hanno perso, hanno sanguinato.

 

Non serve parlare — hanno sentito il ritmo
Sentilo!
Lo spazio tra loro che si ripete.
Non serve parlare — hanno oltrepassato il limite
Superato
Ma amore, non è stato divino?

Non serve parlare — no, no, no, no
Ciò che sono diventati, non lo sapranno mai.
Non serve parlare...

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