Sul treno
Nel racconto "Sul treno" una conversazione surreale e divertita tra due sconosciuti — un giovane uomo elegante e una signora anziana ingioiellata — si trasforma progressivamente in un gioco linguistico e filosofico, in bilico tra comicità, disagio e smarrimento. Ambientato su un treno ad alta velocità diretto a Venezia, il dialogo fra i due protagonisti si snoda attraverso una girandola di equivoci, punteggiata da osservazioni taglienti, provocazioni semiserie e derive logico-esistenziali. Le parole si sovrappongono ai gesti, le identità sfumano, e l’ordinario si carica via via di una tensione sotterranea che confonde chi legge, fino a lasciar emergere un più profondo spaesamento. I temi dell’incomunicabilità, dell’identità, della percezione e della memoria si intrecciano a suggestioni architettoniche, ambientali e simboliche, con richiami colti che vanno da Marc Augé alla semiotica del paesaggio, in un ritmo che richiama certe pièce teatrali dell’assurdo o i dialoghi spaesanti del cinema di Kaurismäki e di certi racconti di Dino Buzzati. Il tono è brillante, ma attraversato da un’inquietudine sottile, che trasforma poco a poco il viaggio in treno in un percorso mentale e percettivo, dove ciò che viene detto è solo un frammento della verità possibile. Tra ironia e spaesamento, il racconto costruisce un’architettura narrativa che si diverte a disfare ogni certezza, portando con sé, fra le righe, anche un implicito messaggio sulla fragilità delle convinzioni, delle relazioni e delle identità contemporanee.
Musiche tratte da "Fairy Tales for Grown up Children" colonna sonora ufficiale del libro "Tutte le favole per bambini cresciuti".
Un treno, una domanda, un finestrino che si rifiuta di sbattere le palpebre. "Red pill and other delusions" è un brano surrealista di spoken-word alt-pop che parla di identità, disorientamento e dell’arte sottile di essere qualcun altro per tutta la durata di un tragitto.
Red pill and other delusions
I met a woman on a train.
She wore pearls like confetti.
She asked me:
“Who are you?”
I said:
“Today? Passing through.”
Red pill, red pill,
what a charming mistake.
The sky’s on the ceiling,
the floor might be fake.
She thought I was her grandson.
I thought she was my past.
A girl across the aisle smiled.
Was she real?
Or budget hallucination?
The toilet sang opera.
A bust winked in Latin.
The train moved sideways.
I stayed still.
Red pill, red pill,
the window won’t blink.
I’m late to nowhere
with too much to think.
Architect.
Influencer.
Lawyer.
Dentist.
Barista.
Philosopher.
Maybe…
None of those.
Maybe just
someone
on a train.
Pillola rossa e altri deliri
Ho incontrato una donna su un treno.
Indossava perle come fossero coriandoli.
Mi ha chiesto:
«Chi sei?»
Ho risposto:
«Oggi? Di passaggio.»
Pillola rossa, pillola rossa,
che affascinante errore.
Il cielo è sul soffitto,
il pavimento potrebbe essere finto.
Lei pensava che fossi suo nipote.
Io credevo fosse il mio passato.
Una ragazza dall’altra parte del corridoio ha sorriso.
Era reale?
O un’allucinazione a basso costo?
Il bagno cantava opera.
Un busto ha fatto l’occhiolino in latino.
Il treno si muoveva di lato.
Io restavo immobile.
Pillola rossa, pillola rossa,
il finestrino non sbatte le palpebre.
Sono in ritardo per il nulla,
con troppi pensieri in testa.
Architetto.
Influencer.
Avvocato.
Dentista.
Barista.
Filosofo.
Forse…
Nessuno di questi.
Forse solo
qualcuno
su un treno.







